Comunicati ANPI GrugliascoCostituzioneDemocrazia

Noi non siamo invisibili – Condanna dello sfruttamento dei rider

Noi non siamo invisibili
Condanna dello sfruttamento dei rider

 

Costituzione della Repubblica Italiana:

Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Articolo 36
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

 

Ancora una volta ci sentiamo in dovere di citare due degli articoli che le Madri e i Padri costituenti hanno voluto dedicare ai lavoratori e alle lavoratrici. Infatti in Italia, si assiste nuovamente ad una clamorosa violazione dei diritti sul lavoro e viene posta sotto i riflettori, stavolta fortunatamente anche a livello giudiziario, una realtà fatta di sfruttamento, lavoro sottopagato e irregolare e totale assenza di diritti.

È notizia del 29 maggio che Uber Italy srl, la filiera nostrana del colosso americano Uber che, tra le altre attività, offre il servizio di consegna a domicilio tramite l’app Uber Eats, è stata indagata e posta sotto amministrazione controllata per ordine della Procura di Milano, in seguito alle indagini svolte dal pubblico ministero Paolo Storari e dalla procuratrice aggiunta Alessandra Dolci, a capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano. L’accusa è quella di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” dei fattorini e delle fattorine del capoluogo lombardo. In termini più semplici, si tratta di un’accusa di caporalato.

Infatti, nel mondo del delivery, tra l’azienda e i suoi lavoratori e le sue lavoratrici si frappone spesso una società terza che, sulla carta, ha il compito di assumere forza lavoro. In realtà, il caso milanese ha mostrato che spesso si tratta di enti fittizi (a Milano era l’azienda chiamata Flash Road City) completamente controllati dalla multinazionale. Essa trae un duplice vantaggio: da una parte, risparmia sul costo del lavoro, dall’altra, si deresponsabilizza per le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti, che sono inaccettabili sia per la mancanza di diritti che per il salario garantito, ben al di sotto della paga minima oraria stabilita dalla legge. Stando alle prime carte dell’indagine, Uber Italy era non solo a conoscenza delle violazioni, ma le favoriva anche, ritenendole utili per il proprio interesse economico.

Tornando al caso di Uber Italy, la Flash Road City assumeva illegalmente per svolgere la professione di rider coloro che necessitavano di lavoravo per vivere, ma non avevano la possibilità di svolgere un’attività in modo legale. Stiamo parlando di persone che provengono da zone di guerra, richiedenti asilo o migranti che dimorano nei Centri di accoglienza temporanei. La paga era sempre di 3€ l’ora, indipendentemente dal giorno e dall’orario di consegna, non era prevista la firma su alcun contratto e scattavano spesso punizioni per i rider che non rispettavano le “regole”, ovviamente non scritte da nessuna parte e totalmente illecite. Si andava dalla sottrazione delle mance, al “malus”, ossia una cifra da sottrarre alla paga, al blocco dell’account, che impediva al rider di usare l’applicazione e quindi di lavorare, fino ad arrivare a vere e proprie minacce ed intimidazioni fisiche.

Non è ancora chiaro se l’intervento della Procura milanese sia dovuta alle continue denunce di “RiderXiDiritti”, la rete nazionale di lavoratori e lavoratrici del settore operante in tutta Italia, ma sembra la naturale conseguenza di queste coraggiose azioni, considerando che da 6 mesi la Procura aveva aperto un fascicolo, inizialmente senza iscrivere nessun indagato, ma, appunto, per constatare l’effettiva condizione di lavoro di fattorine e fattorini a seguito delle denunce sopracitate.

Intanto, anche la Procura di Torino ha aperto un’indagine, con le medesime accuse nei confronti di Uber Italy, sulla situazione dei rider torinesi grazie all’azione degli avvocati Bonetto, Druetta, Martinelli e Vitali e alle testimonianze di sei lavoratori. Presumibilmente le due indagini verranno svolte parallelamente e si spera che possano avere un respiro più ampio, andando a denunciare un sistema di sfruttamento presente in tutta Italia.

Proprio per evitare queste situazioni, RiderXiDiritti chiede insistentemente da anni la regolamentazione di questa professione tramite la stesura di un contratto collettivo e l’applicazione di un contratto nazionale per tutta la categoria. In questo modo, si potrebbe evitare un continuo fenomeno di sfruttamento sotto gli occhi di tutte e tutti. Inoltre, bisogna ribadire fermamente la condanna dei cosiddetti “Decreti sicurezza”, creati dal ministro degli Interni Minniti e completati dal suo successore Salvini. Infatti, essi favoriscono la presenza di immigrati e immigrate irregolari sul suolo italiano e allungano i tempi per la richiesta di asilo, rendendo impossibile a molte persone esercitare un lavoro regolare e, quindi, di fatto agevolando questo tipo di violazioni dei diritti.

Collegandoci allo sciopero dei braccianti del 21 maggio scorso, di cui si parla in questo articolo http://anpigrugliasco.it/2020/05/20/noi-non-siamo-invisibili-sciopero-dei-braccianti-agricoli-del-21-maggio/ , bisogna riflettere più a fondo sul sistema produttivo alimentare del nostro Paese, all’interno del quale spesso i diritti sul lavoro non vengono per nulla rispettati. Perciò, creare una filiera alimentare fondata sul rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori e non sul continuo tentativo delle aziende di minimizzare i costi per garantire prodotti e servizi al prezzo più basso possibile è una necessità impellente per la nostra società.

STOP ALLO SFRUTTAMENTO!

DIRITTI PER I/LE RIDER!