Quello che non si vuole ricordare

Nel 1942 il comando della seconda armata italiana ordina l’istituzione del campo di concentramento di Arbe

Nel 1942 il comando della seconda armata italiana ordina l’istituzione del campo di concentramento di Arbe

 

Sesto appuntamento della rubrica “QUELLO CHE NON SI VUOLE RICORDARE. I crimini fascisti lungo il confine italo-jugoslavo”

Il Campo di Arbe, situato sull’odierna isola croata di Rab, passò alla storia come una delle principali strutture per l’internamento e l’annientamento attraverso la fame e i lavori forzati delle popolazioni slave, in seguito dell’occupazione italiana del Regno di Jugoslavia.

Secondo alcune stime gli internati furono circa 15000, raggiungendo un picco di 21000 nel dicembre 1942. Le vittime della brutalità italiana furono circa 1400, anche se ad oggi non si conoscono i numeri effettivi legati al campo.

Il campo fu liberato dai partigiani jugoslavi, per poi cadere in mano nazista dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
La drammatica vicenda di Rab, unita alle atrocità avvenute in molte altre strutture simili sorte durante l’occupazione italiana, dimostra come gli italiani non furono affatto migliori dei propri alleati nazisti e ustascia. Come loro si macchiarono di crimini efferati contro le popolazioni slave e la popolazione ebraica dei Balcani.
Nella storia non c’è spazio per la retorica nazionalista e negazionista, dobbiamo vigilare e custodire le voci del passato per impedire che tutto ciò si manifesti nuovamente.

Di seguito un articolo per approfondire
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Croazia/Croazia-campo-di-concentramento-di-Arbe-una-storia-poco-conosciuta-209944

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