Quello che non si vuole ricordare

Il 23 febbraio 1943 inizia l’occupazione italiana di Lubiana. Un campo di concentramento a cielo aperto

Il 23 febbraio 1943 inizia l’occupazione italiana di Lubiana. Un campo di concentramento a cielo aperto

 

Terzo appuntamento della rubrica “QUELLO CHE NON SI VUOLE RICORDARE. I crimini fascisti lungo il confine italo-jugoslavo”

Nel mese di febbraio 1942 l’avanzata militare italiana giunge alle porte di Lubiana fino a raggiungerla definitivamente il 23 febbraio. L’occupazione iniziò in maniera brutale: la città venne circondata di filo spinato e fortificazioni rivolte verso il centro abitato. I cittadini sloveni si trovarono improvvisamente intrappolati nella propria città. I contatti con il resto del paese e con a stessa campagna circostante vennero recisi in maniera netta. Le forze d’occupazione fasciste ebbero il controllo totale sui rifornimenti e dunque sulla possibilità di sussistenza della popolazione. L’obbiettivo principale del comando italiano fu spezzare qualsiasi possibile resistenza da parte della popolazione e dei Partigiani Jugoslavi. Pertanto, una gran parte della popolazione maschile venne internata nel vicino campo di concentramento di Gonars mentre in alcuni quartieri “recalcitranti” interi nuclei familiari vennero deportati per togliere terreno alla Resistenza.

L’occupazione italiana perdurò per 29 mesi e nel 1943 venne presa in carico direttamente dai Nazisti. Nel corso di questi mesi 5.000 civili vennero fucilati come rappresaglia, 2000 perirono in azioni di violenza quotidiane, 900 furono i partigiani uccisi mentre circa 7000 persone morirono nei campi di concentramento di Arben e Gonars. Il bilancio totale si attesta a 13000 uccise su 340000 abitanti, un numero devastante.

Quando la città venne definitivamente liberata il 9 maggio 1945, i cittadini sfilarono in un corteo attorno alla vecchia recinzione e alle fortificazioni italiane. Oggi ogni anno, la stessa marcia si svolge attorno allo stesso perimetro raccogliendo atleti e semplici partecipanti da ogni parte. Tra questi vi sono associazioni come Viaggi Della Memoria, e tante altre realtà italiane che tengono viva la fiamma del ricordo e della pace

ORA E SEMPRE RESISTENZA!