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Ci sono rime e rime…

Ci sono rime e rime…
E’ successo qualcosa di paradossale e grottesco: il Piano del governo per il rientro a settembre, chiamato anche Linee guida, prevede che nelle classi possano starci… più alunni di prima!Non ci credete? 

Analizziamo i fatti.

Il Piano dice che la distanza “tra le rime buccali degli alunni” (per chi non sapesse di possedere delle “rime buccali”: si tratta della distanza tra le bocche) deve essere di almeno un metro.

Per avere una distanza “delle rime buccali” di un metro è necessario che attorno ad ogni allievo ci sia lo spazio di un cerchio di raggio mezzo metro, cioè di diametro un metro (mezzo metro di un alunno + mezzo metro del vicino fa un metro tra una “rima buccale” e l’altra).

Ora, nonostante la distruzione dei Programmi Nazionali, molti sanno ancora calcolare l’area di un cerchio con raggio mezzo metro, che è pari a 0,785 metri quadrati. Meno di un metro quadrato per alunno.

Si dà il caso che la legge precedente al Covid-19 prevedesse 1,8 metri quadrati per alunno, più del doppio del Piano!

Mesi e mesi di studi, commissioni, esperti, task force e finalmente, voilà: per il governo, che si riempie la bocca di “lotta alle classi pollaio”, si potrebbe anche aumentare il numero degli alunni.

Noi non siamo un comitato scientifico e lasciamo agli esperti il giudizio su questa “distanza delle rime buccali”. Ci sembra però di capire che ciò faccia in realtà “rima” con qualcosa di preciso: la volontà di non investire in organici e di non ridurre il numero degli alunni nelle classi.

Ma una questione semplice semplice la poniamo: perché allora il Piano incita a “riconfigurare” le classi, accorparle per età diverse e per gruppi, aggregare le discipline, promuovere la continuazione della didattica a distanza, fare entrare i privati nelle scuole?

Che bisogno c’è di fare ciò, se tanto si può tornare in classe con gli stessi numeri di prima e, se non fosse per le leggi precedenti, anche di più?

L’obiettivo del governo era garantire la sicurezza o cogliere la famosa “occasione” della quale esperti di ogni tipo hanno parlato, per disarticolare e privatizzare la scuola pubblica statale, come si prova a fare da vent’anni?

Il re è nudo. Non resta che dirlo, affinché tutti lo vedano e, insieme, si possa respingere ancora una volta questo attacco micidiale.

Firmate il Manifesto per la salvaguardia e il rilancio della scuola della Repubblica, scaricate la mozione per i collegi docenti che l’assemblea del Comitato ha deciso di promuovere.

Manifesto dei 500, 29 giugno 2020