Appello in difesa di Eric Gobetti, del lavoro degli storici e di una memoria civile e onesta
L’appello in difesa di Eric Gobetti e del lavoro degli storici continua e si aggiorna.
Pubblichiamo il comunicato di aggiornamento e il testo dell’appello con i firmatari.
“Dobbiamo ripeterci, ma è strabiliante la mobilitazione che l’appello Raccontiamo la storia, raccontiamola tutta ha generato e sta continuando a generare.
Ricordiamo ancora una volta qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha suscitato quell’onda di indignazione democratica e antifascista che, partendo da Torino, ha percorso tutta la penisola italiana e ne ha presto superato i confini. Lo storico Eric Gobetti, studioso dell’occupazione militare italiana in Jugoslavia, ha ricevuto nei giorni scorsi intimidazioni di vario genere da parte di diverse organizzazioni appartenenti alla galassia dell’estrema destra. Proclamavano di voler impedire fisicamente lo svolgimento di una sua conferenza pubblica sulle “foibe”. Chiedevano con modi perentori all’amministrazione di Torino di revocare la concessione degli spazi comunali al centro sociale Gabrio che aveva promosso l’iniziativa e invitato Gobetti.
La prima buona notizia è che la conferenza si è svolta serenamente: Gobetti è intervenuto di fronte a un pubblico numeroso e del millantato tentativo squadrista di impedire l’incontro non vi è stata traccia. Gli abituali sventolatori di croci celtiche hanno capito che non era il caso di farsi vedere.
La seconda buona notizia è che i sussulti antifascisti continuano e le nostre caselle mail sono costantemente invase da adesioni all’appello. Vi alleghiamo il nuovo elenco dei firmatari (aggiornato alle 12 di oggi, 7 febbraio).
Rimangono valide le ragioni di fondo e di merito che abbiamo provato a riassumere in poche righe: rifiutiamo la monumentalizzazione decontestualizzata e orientatata nazionalisticamente delle complesse e tragiche vicende che ebbero luogo sul “confine orientale”. E vogliamo che la crepa che si sta aprendo su questo tema diventi una breccia.
Ora che qualcosa si è smosso perché non provare ad arrivare al 10 febbraio scalfendo parte della tossica nube di retorica che generalmente si incontra nei mass media generalisti? L’edizione locale di Repubblica ha dato spazio alla voce di Gobetti stesso. La Stampa on line (purtroppo solo nella versione per gli abbonati) ospita un nostro articolo che riprende i nodi problematici che abbiamo evocato.
Non possiamo che ringraziare tutte/i coloro che sin da subito hanno diffuso il nostro testo e, in particolare, le realtà della websfera che lo hanno pubblicato sulle loro pagine, contribuendo in modo determinante ad alimentare il tam-tam. Citiamo, tra i primi che lo hanno fatto, Girodivite, Nicoletta Bourbaki e Arci. Se i blog, e i portali che ci hanno comunicato il loro sostegno (o intendono farlo), volessero rilanciare la mobilitazione, riprendendo, in tutto o in parte, l’appello o il suo messaggio di fondo, non devono nemmeno chiedercelo.
Abbiamo provato a tirare un sasso nello stagno, le onde si stanno diffondendo ben oltre le nostre aspettative. Anzi, la modalità artigianale con cui abbiamo proceduto a raccogliere le prime firme inizia a mostrare alcuni limiti. Per questo chiunque sia in grado di segnalarci o offrirci strumenti più snelli e rapidi per procedere a raccogliere le adesioni si faccia avanti. Per ora abbiamo creato un nuovo indirizzo (per fare respirare le nostre caselle) a cui inviare le nuove adesioni, lo stesso da cui vi stiamo scrivendo: lastoria.tutta@gmail.com
Ammettiamo però che, nonostante la faticaccia di trascrivere le firme nei nostri ritagli di tempo, ci siamo emozionati spesso. Una gran parte di voi non si è limitata a scriverci il proprio nome, ma si è sentita in dovere di raccontarci, con una frase lapidaria o con ragionamenti articolati, con citazioni o con ricordi personali, un pezzettino delle ragioni politiche, culturali, esistenziali o famigliari alla base della propria adesione. Nell’era dei “mi piace”, delle “spolliciate” e dei retweet, non ci pare poco. Limitarci a un “grazie” per aver condiviso tutto ciò, non rende abbastanza l’idea della grande empatia che sentiamo.
Avanti tutta, non fermiamoci. E continuiamo la nostra resistenza culturale.
Carlo Greppi e Marco Meotto
P.S.
1. Dal momento che la conferenza si è svolta, ma le adesioni continuano ad arrivare, abbiamo fatto una micro-modifica nelle prime righe del testo (volgendo i verbi al passato) per renderlo attuale.
2. Come nelle prime due “diffusioni” abbiamo deciso di inserire al fondo le adesioni collettive. Per rapidità abbiamo continuato a inserire in ordine alfabetico (per nome e non cognome) tutte le firme che ci sono pervenute. Se abbiamo fatto qualche errore nel riportare le corrette dizioni o i “titoli” che ciascuna/o di voi ha voluto indicarci, segnalatecelo: cercheremo di rimediare il prima possibile. Per favorire la circolazione in varie modalità e la condivisione vi alleghiamo sia il .doc sia il .pdf”
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