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Quando la politica rovescia la storia

Giovedì 19 settembre il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in cui, tra le altre cose, individua nel Patto Molotov-Ribbentrop dell’agosto 1939 l’evento determinante per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale; dunque comunismo e nazismo condividono in eguale misura le responsabilità del più tragico conflitto della storia. Nulla -colpevolmente- si dice sugli eventi storici precedenti al patto, sui ripetuti e vani tentativi della diplomazia sovietica, a partire almeno dal 1938, di creare insieme a Francia e Gran Bretagna un’allenza militare per contrastare l’aggressività nazista; nulla si dice sulla politica di tolleranza e di acquiescenza perseguita da questi due Paesi nei confronti del regime hitleriano, politica che ha raggiunto il suo apice nell’infausto Patto di Monaco che di fatto avallò l’aggressione nazista alla Cecoslovacchia.

Si tace il fatto che l’obiettivo principale di  Gran Bretagna e Francia era usare il fascismo italiano e il nazismo in funzione antisovietica; si spiega quindi la politica tollerante tenuta nei confronti della Germania e l’indifferenza verso le ripetute richieste sovietiche di costituire un blocco comune antitedesco. Il Patto Molotov-Ribbentrop fu quindi la necessaria contromisura presa dall’URSS per evitare di trovarsi isolata e minacciata da più fronti, nella consapevolezza di dover prendere tempo per prepararsi militarmente contro un’aggressione tedesca.

La storia viene così distorta e capovolta: completamente ignorato il contributo di 25 milioni di morti sovietici tra civili e militari nella lotta contro il nazismo; completamente ignorata l’importanza strategica, determinante per l’esito della guerra, del fallimento dell’invasione tedesca dell’URSS; oppressi ed oppressori, sterminatori e sterminati messi sullo stesso piano di responsabilità: un insulto a tutte le vittime della barbarie nazista e un palese ribaltamento di fatti documentati.
Un rovesciamento della storia ad uso della politica, irresponsabile e pericoloso per il suo contenuto, con il solo scopo di blandire governi dichiaratamente antidemocratici come quello polacco e ungherese e che come conseguenza non potrà che portare ad un peggioramento delle relazioni con la Russia.

La risoluzione condanna nella stessa misura comunismo e nazismo, dichiarando così che chi nel corso della storia europea ha lottato ed è caduto combattendo contro la barbarie e per realizzare società più giuste, è uguale a chi ha messo la propria volontà di violenza al servizio di disegni di sottomissione e di sterminio di individui e popoli ritenuti inferiori.
Il documento è stato approvato con 535 voti a favore, 66 contrari e 52 astenuti; una larga maggioranza che ha incluso non solo -ovviamente- partiti e gruppi dichiaratamente nazionalisti e sovranisti, ma che purtroppo ha visto anche una larghissima adesione di parlamentari del gruppo dei Socialisti e Democratici Europei.

L’immagine qui riprodotta è il marchio con cui nei campi di sterminio nazisti venivano identificati i prigionieri politici. Nella categoria rientravano tutti gli oppositori del nazismo; la maggioranza erano comunisti e ad essi fu riservata la stessa sorte di ebrei, zingari, omosessuali. Da oggi essi sono colpevoli quanto i loro aguzzini.