Argentina 16 settembre 1976-2021: le Matite continuano a scrivere. A 45 anni dalla “Notte delle Matite”, ricordiamo gli studenti vittime del Terrorismo di Stato.
Traduzione dell’articolo pubblicato da Leonardo Castillo – https://www.telam.com.ar/notas/202109/568707-noche-de-los-lapices-estudiantes-perseguidos-terrorismo-estado.html
In ricordo della lotta del gruppo di giovani militanti scomparsi, che un anno prima aveva ottenuto l’istituzione della Tessera dello Studente Superiore, ogni 16 settembre si celebra il “Giorno dei Diritti degli Studenti della Scuola Superiore”, un omaggio affinché “le matite possano continuare a scrivere” pagine, con il compito di ristabilire Memoria, Verità, e Giustizia.
Studenti del “Collegio Normale 3” della città di La Plata, 45 anni fa furono sequestrati da agenti agli ordini dell’allora capo della Polizia di Buenos Aires, Colonnello Ramón Campo, nel corso di una operazione di repressione illegale, che in seguito sarà conosciuta come “La Notte delle Matite”.
Le vittime erano militanti che avevano partecipato alla mobilitazione che un anno prima aveva ottenuto l’istituzione della “Tessera dello Studente Superiore”.
Nell’agosto del 1976, la dittatura civico-militare decise di sospendere questo beneficio, allo scopo di identificare i responsabili del movimento studentesco che avevano organizzato la mobilitazione.
Così si afferma in un documento investigativo denominato “La Notte delle Matite”, che anni più tardi venne ritrovato nella sede della Polizia di Buenos Aires, e in cui il commissario capo Alfredo Fernández descrive le azioni che si dovevano intraprendere contro questi ragazzi, “componenti di un potenziale focolaio sovversivo”
La notte del 16 settembre -in corrispondenza del 21° anniversario del Colpo di Stato che depose Juan Domingo Perón,- partì la operazione congiunta degli agenti di Polizia e del 601° Battaglione dell’Esercito, per catturare nove giovani tra i 16 e i 18 anni.
La maggior parte di loro faceva parte della “Unión de Estudiantes Superiores -UES” (Unione degli Studenti Superiori), una organizzazione collegata ai Montoneros.
Claudio De Acha, María Clara Ciocchini, María Claudia Falcone, Francisco López Muntaner, Daniel Racero y Horacio Ungaro furono prelevati dalle loro abitazioni nella prima giornata di questa azione criminale.
Il 17 settembre, gli oppressori imprigionarono Emilce Moler e Patricia Miranda, studentessa presso la Scuola di Belle Arti di La Plata.
Quattro giorni dopo veniva arrestato Pablo Díaz, componente della Gioventù Guevarista, un gruppo collegato al Partito Rivoluzionario dei Lavoratori.
Tutti furono condotti presso il centro clandestino di detenzione noto come Arana, dove furono torturati per settimane; in seguito furono trasferiti al “Pozzo di Banfield”.
Moler e Díaz furono liberati dopo due anni, tra prigionia e arresto.
Anche Miranda uscì viva da Arana, fu trasferita al “Pozo de Quilmes”, infine al carcere di Villa Devoto, a disposizione del Potere Esecutivo sino a marzo del 1978.
Gustavo Calotti, che aveva terminato la scuola superiore un anno prima, fu preso prigioniero l’8 settembre, e viene considerato un sopravvissuto a questi avvenimenti poiché fu torturato insieme a questi giovani.
Gli altri studenti sono tuttora scomparsi, fanno parte dei 232 adolescenti sequestrati durante la dittatura civico-militare.
Nel 1985, Díaz testimonio nel “Processo alla Giunta”, in cui raccontò le proprie sofferenze, che diedero inizio a una causa giudiziaria; ma la approvazione nel 1987 della “Legge della Obbedienza Obbligatoria” impedì che il commissario Miguel Etchecolatz, autore materiale di questi sequestri e sparizioni, affrontasse le conseguenze della Giustizia.
Dopo l’abolizione nel 2003 delle leggi della Obbedienza obbligatoria e “Punto fermo”, e gli indulti decisi dall’ex presidente Carlos Saúl Menem, iniziarono i processi per lesa umanità, ed Etchecolatz fu condannato per diversi crimini.
L’ex poliziotto fu ritenuto colpevole, insieme ad altri 15 repressori, per i delitti commessi al Circuito Camps, un processo in cui si indagò sul caso della Notte delle Matite, oltre ad altri crimini perpetrati nei centri clandestini di detenzione de La Plata e delle zone circostanti.
Nonostante gli sforzi della Commissione Argentina di Antropologia Forense, i corpi delle vittime tuttora non sono stati identificati.
L’ex capo della Polizia Roberto Grillo, che partecipò al sequestro degli studenti, confidò anni fa alla famiglia Ungaro che dovette “bruciare i corpi dei ragazzi”, ma che lui non li uccise.
In ricordo della lotta di questo gruppo di giovani militanti scomparsi, dal 2006 ogni 16 settembre, e per decisione dell’allora presidente, si celebra il “Giorno dei diritti degli Studenti Superiori”, un omaggio affinché “le matite possano continuare a scrivere” pagine, con il compito di ristabilire Memoria, Verità e Giustizia.