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Solidarietà dell’ANPI al Popolo Palestinese – Presidio convocato a Torino da Progetto Palestina sabato 15 maggio

A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE CONTRO LA PULIZIA ETNICA ATTUATA DA ISRAELE: L’A.N.P.I. IN PIAZZA INSIEME A FORZE POLITICHE, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI, COMITATI E STUDENTI.
PRESIDIO CONVOCATO A TORINO DA PROGETTO PALESTINA SABATO 15 MAGGIO

TORINO – PIAZZA CASTELLO H 15:00

 
(R)ESISTERE – 73 ANNI DALLA NAKBA

l 15 maggio ricorre l’anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all’esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele.

Si contano ad oggi:
73 anni di pulizia etnica perpetrata dallo stato di Israele ai danni del popolo palestinese.
73 anni di violenze ed abusi quotidiani, di assedio e privazione dei diritti umani.
73 anni in cui il popolo palestinese, generazione dopo generazione, continua a lottare e resistere affiché vengano garantiti i propri diritti fondamentali, come il diritto al ritorno dei profughi che, nonostante venga sancito da numerose risoluzioni ONU, non solo non viene rispettato ma viene in tutti i modi ostacolato.

In questi decenni, infatti, Israele non solo ha impedito il ritorno dei profughi, ma ha annesso a sé numerose terre palestinesi, costruendovi colonie israeliane, trasformando così l’intera configurazione geografica della Palestina in una realtà frammentata e invivibile.

Ancora oggi, i palestinesi affrontano quotidianamente il dramma dell’espulsione dalle loro case e dalle loro terre. Ciò che sta accadendo a Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme Est, proprio in questi giorni ne è un esempio chiaro: più di 200 palestinesi devono affrontare lo sgombero e lo sfratto forzato dalle loro case perché i coloni israeliani le hanno reclamate. Quotidianamente assistiamo a presidi di solidarietà e manifestazioni organizzate dalle/dai palestinesi di Sheikh Jarrah che vengono represse violentemente dall’esercito israliano. Questo è in continuità con ciò che accadde nel 1948 in Palestina.

Un muro lungo 730km, illegale secondo il diritto internazionale, è stato costruito da Israele al fine di segregare, frammentare e limitare la libertà di movimento dei palestinesi. Per poter passare da una parte all’altra i civili palestinesi devono superare dei checkpoints dove sono costretti ad aspettare per ore e ore senza la certezza di poterlo infine attraversare.

La striscia di Gaza è la più grande prigione a cielo aperto: l’uscita e l’ingresso di persone a Gaza, così come quello di medicinali e beni necessari, sono ostacolati quotidianamente a causa dell’embargo.
Secondo il rapporto delle Nazioni Unite del 2008, Gaza sarebbe diventata invivibile entro il 2020. Ebbene siamo nel 2021 ma la situazione non è cambiata né accenna a migliorare.

Con l’epidemia di covid, la situazione in Palestina non ha fatto altro che peggiorare. Invece di proteggere TUTTA la sua popolazione, lo stato che si proclama unica democrazia del Medioriente ha intensificato le violenze, gli abusi e le discriminazioni ai danni dei Palestinesi. Israele non ha garantito ai cittadini palestinesi dei territori occupati vaccini, tamponi o dispositivi di protezione. Questo è il modello israliano dei vaccini che i nostri media tanto adulano.

Le misure contenitive anticovid sono state strumentalmente utilizzate per incrementare la segregazione e l’oppressione dei palestinesi, come gli ultimi fatti a Gerusalemme ci dimostrano.

Mentre Israele festeggia il 73esimo compleanno, fondato sulla distruzione, il genocidio, il razzismo e l’oppressione di un intero popolo, i palestinesi ricordano la Nakba. Una catastrofe che continua da 73 anni e non accenna a fermarsi. Continuano gli abusi sui civili, gli incedi e le demolizione delle case, le incursioni dell’esercito nei campi profughi, le espulsioni, i bombardamenti su Gaza e le annessioni di territori, illegali persino secondo le risoluzioni ONU.

Diverse le minacce di sanzioni millantate dall’UE tuttavia non sono altro che un tentativo di finta equidistanza e pacifismo che sappiamo essere prive di reale fondamento. Nella realtà, UE tesse stretti legami e rapporti economici, bellici e nella ricerca che di fatto legittimano e finanziano il colonialismo israeliano.

Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba e denunciare le politiche oppressive, coloniali e di aparteid portate avanti dallo stato di Israele. Scendiamo in piazza per porre attenzione su ciò che sta accadendo a Sheikh Jarrah.

Diamo voce alla la resistenza del popolo palestinese, che lotta e si difende da 73 anni e reagiamo contro il silenzio complice internazionale, dei media e delle nostre istituzioni.

LA NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE!

Progetto Palestina

Aderiamo convintamente a questa iniziativa di Progetto Palestina e BDS Torino, in quanto da sempre impegnati, come singoli e come Associazione, per la pace, l’autodeterminazione, la solidarietà e la fratellanza tra i popoli.
Prendiamo posizione dunque, ancora una volta, a fianco degli oppressi e delle vittime, come già fece Vittorio “Vik” Arrigoni, e ci schieriamo senza dubbi contro le politiche criminali, liberticide e di sterminio attuate del Governo d’Israele, che viola sistematicamente non solo i valori costituzionali sui quali si fonda la nostra democrazia, ma diverse risoluzioni ONU e gli stessi diritti umani universali stabiliti proprio alla fine della Seconda Guerra Mondiale grazie alla vittoria dei popoli liberi contro il nazifascismo.
In quanto antifascisti, portiamo sempre con noi la bandiera della Palestina ogni 25 Aprile, Festa di Liberazione dal nazifascismo: rinnoviamo anche oggi la nostra vicinanza al popolo palestinese, nostro fratello nella lotta per un mondo fondato sul diritto, anziché sulla violenza, la sopraffazione e la guerra.
Invieremo una delegazione per sabato 15 maggio h 15:00 in piazza Castello.
Palestina libera, Restiamo Umani.

Il Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” Grugliasco