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L’ANPI di Grugliasco chiede l’immediata scarcerazione di Patrick Zaki, ad un anno dal suo arresto in Egitto. Patrick libero subito!

L’ANPI di Grugliasco chiede l’immediata scarcerazione di Patrick Zaki, ad un anno dal suo arresto in Egitto. PAtrick libero subito

 

il 7 febbraio 2020, il giovane attivista egiziano Patrick Zaki, studente presso l’Università di Bologna, è stato arrestato al Cairo, dove era tornato per vedere la sua famiglia.
Patrick ha partecipato attivamente alla campagna elettorale per le elezioni presidenziali egiziane del 2018, criticando aspramente il presidente al-Sisi e il suo regime estremamente autoritario e impegnandosi nella difesa dei diritti umani nel suo Paese.

Patrick, dopo essere stato torturato immediatamente dopo il suo arresto da parte dei servizi segreti egiziani, è stato trasferito in varie prigioni e il suo periodo di detenzione è stato arbitrariamente prolungato più volte, senza che, ad un anno dal suo arresto, sia stato celebrato alcun processo nei suoi confronti.Il caso di Patrick non è un evento isolato nell’Egitto del dittatore al-Sisi, dove migliaia di persone vengono quotidianamente perseguitate, imprigionate e torturate per il loro impegno politico e sociale.
Nonostante la morte di Giulio Regeni, anche lui torturato e ucciso in Egitto per volere di al-Sisi, e le pressioni dell’opinione pubblica internazionale per il caso Zaki, non solo l’Italia non ha fermamente condannato il regime egiziano, ma addirittura ha continuato vergognosamente a vendere materiale bellico al dittatore al-Sisi.

Leggiamo con grande gioia il comunicato dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – ANPI che chiede al Presidente della Repubblica di concedere a Patrick Zaki, studente e attivista egiziano incarcerato senza processo da più di un anno per il suo impegno politico contro il dittatore al-Sisi e le violazioni dei diritti umani di cui il regime egiziano è colpevole, la cittadinanza italiana per meriti speciali.
Ricordiamo che la concessione della cittadinanza non sarebbe solo un atto simbolico, ma metterebbe di fronte alle proprie responsabilità sia il Governo italiano che l’Unione Europea, che dovrebbero scegliere tra l’ignorare la violazione dei diritti di un proprio cittadino e le relazioni economiche e politiche che continuano ad intrattenere amichevolmente con la dittatura egiziana.

Per questo, chiediamo, oltre all’immediata scarcerazione di Patrick Zaki, che la vendita di armi italiane all’Egitto termini subito.

PATRICK LIBERO SUBITO!