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Solidarietà allo storico Eric Gobetti: fuori i fascisti dalle nostre città!

Solidarietà allo storico Eric Gobetti: fuori i fascisti dalle nostre città!
L’ANPI contro la censura e il revisionismo storico

I neofascisti di Aliud – Spazio identitario hanno espressamente annunciato di voler impedire lo svolgimento dell’assemblea pubblica antifascista, definita incontro “revisionista e negazionista”, prevista il 5 febbraio in una sala concessa dalla Circoscrizione 3 di Torino con lo storico torinese Eric Gobetti.

Aliud è una struttura organica di Azione Studentesca / FUAN / Fratelli d’Italia: la sua sede è stata inaugurata in Borgo San Paolo il 15 giugno 2019 solo grazie a un imponente schieramento di forze dell’ordine, anche in presenza di Roberto Rosso, consigliere e assessore regionale arrestato per comprovati accordi elettorali con la ‘ndrangheta. Dimmi con chi stai e ti dirò chi sei…

Saremo presenti come ANPI all’assemblea antifascista per portare la nostra esperienza sul tema del “giorno del ricordo” ormai più che decennale, maturata grazie allo studio delle ricerche e ai molti incontri pubblici formativi con gli storici Angelo D’Orsi, Joze Pirjevec, Marta Verginella, Anna Maria Vinci, Giovanni De Luna, Raul Pupo, Eric Gobetti, Davide Conti, Alessandra Kersevan, Claudia Cernigoi, Piero Purich, Federico Tenca Montini, Sandi Volk, i collettivi Wu Ming e Nicoletta Bourbaki e altri.

Riteniamo nostro dovere mobilitarci sia per esprimere solidarietà a Eric Gobetti, persona integerrima e qualificata, collaboratore dell’Istituto storico della Resistenza di Torino, che ha reso onore ai 40.000 Partigiani Italiani della Resistenza Jugoslava con il film “Partizani” e diverse pubblicazioni dedicate; sia per proseguire la controffensiva sul tema del revisionismo politico della storia da parte dei neofascisti, che ogni 10 febbraio dimenticano l’anniversario del Trattato di Pace e le sanzioni che l’Italia ha dovuto subire a causa della sconfitta nella guerra di aggressione razzista che il fascismo di Mussolini aveva scatenato in alleanza con il Terzo Reich di Hitler.

Attraverso la loro dichiarata volontà di censura, posizionando uno striscione frettolosamente abbandonato, i neofascisti di Aliud si qualificano per ciò che sono davvero: vigliacchi proprio come il loro duce Benito Mussolini che tentò di fuggire all’estero con l’oro depredato al popolo italiano vestendo una divisa tedesca, nonché sgherri dei revisionisti che portarono in Parlamento la legge per l’istituzione del cosiddetto “giorno del ricordo”, la Legge 92/04.
La Legge 92/04 infatti è stata istituita sotto il Governo Berlusconi su proposta dei neofascisti di Alleanza Nazionale, ex Movimento Sociale Italiano, esaltando il ruolo svolto dalla Decima Mas e dal Battaglione Bersaglieri “Mussolini” nella “difesa dei confini orientali” tra il 1943 e il 1945, entrambe formazioni armate che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 proseguirono la guerra di sterminio razzista contro gli ebrei e le popolazioni slave al fianco dei nazisti fino alla fine del conflitto.

Le forze reazionarie e neofasciste hanno tentato di inserire il “giorno del ricordo”, quale giornata dell’orgoglio fascista, in un più ampio progetto di ridefinizione dell’identità nazionale italiana, equiparando i morti nazifascisti ai Caduti della Guerra di Liberazione 1943-1945 che conquistò in Italia la libertà, la Costituzione, la democrazia.
La propaganda viene portata avanti al grido di “sono tutti morti italiani” e “partigiani jugoslavi assassini”, criminalizzando la più forte Resistenza europea – quella jugoslava guidata da Tito, che vide anche 40.000 partigiani italiani tra le sue fila – e riscrivendo la storia della Seconda Guerra Mondiale semplificandola quale conflitto tra Stati: in questo modo i partigiani diventano traditori assassini e i nazifascisti martiri da onorare.

Si parla di foibe ormai mediaticamente, in modo strumentale e senza conoscere la complessità della storia, sempre più spesso da parte di neofascisti e revisionisti che hanno usato e usano i loro ruoli istituzionali per promuovere sul piano pubblico la versione fascista, cioè politica, di quelle vicende, selezionando le memorie ammesse ed escludendo quelle diverse o contrarie, che vengono definite di volta in volta “negazioniste”, “riduzioniste”, “giustificazioniste”.

Con quest’operazione politico-mediatica, lo Stato italiano ha riconosciuto attraverso la Legge 92/04 come propri “martiri delle foibe” centinaia di fascisti e nazisti che tra il 1943 e il 1945 riempivano i treni di antifascisti, ebrei e slavi diretti alle camere a gas nei campi di sterminio: non è un caso che l’elenco e i dati dei “martiri delle foibe”, scelti da una commissione governativa composta quasi esclusivamente da militari, non sia pubblicamente consultabile come dovrebbe avvenire in democrazia, anche per aiutare gli storici a promuovere ricerche biografiche e avanzare sul terreno dello studio, della conoscenza e della divulgazione.

L’ANPI negli anni ha promosso a vari livelli studi e ricerche approfondite con i massimi esponenti della ricerca storiografica sul tema, diffondendo la relazione finale del gruppo di storici misto italo-sloveno che tra il 1993 e il 2000 lavorò alla ricostruzione dei fatti utilizzando gli archivi di entrambi i paesi, per correttezza e completezza, un prezioso documento che in Italia non è stato adeguatamente diffuso a livello istituzionale perché avrebbe contribuito a depotenziare la retorica e la propaganda neofascista del “giorno del ricordo”.

L’ANPI ha espresso, a livello nazionale, la propria posizione sul tema attraverso il documento “Il confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni” che in sintesi afferma come “Vi è stato un vero e proprio tentativo di appropriazione dell’insieme di eventi drammatici che hanno costellato il periodo della guerra e del dopoguerra nel confine italo-sloveno, finalizzato alla loro trasformazione in una sorta di rendita memoriale da spendere in favore esclusivo di una parte politica, per strutturare intorno ad essa una narrazione mirata alla legittimazione per sé e alla delegittimazione degli avversari. Operazione tanto più grave e discutibile, se si considera che attraverso di essa forze politiche come Alleanza Nazionale e Forza Italia hanno cercato di accreditare veri e propri falsi storiografici (a partire dalla presunta italianità delle terre istriane e dalmate) e una rilettura delle vicende del triennio 1943-’45 che attribuisce una priorità assoluta al conflitto di nazionalità rispetto a quello tra antifascismo e nazifascismo, con un’unilateralità interpretativa mirata in sostanza alla riabilitazione di italiani repubblichini e tedeschi impegnati a fronteggiare “l’invasione slava” in un territorio (la Zona d’Operazioni del Litorale Adriatico, Operationszone Adriatisches Küstenland) peraltro sottratto all’amministrazione del governo della Repubblica Sociale Italiana e governato direttamente da Berlino.”

Bene ha fatto la Circoscrizione a concedere la sala per effettuare una doverosa iniziativa in cui conoscenza storica, confronto e dialogo ne caratterizzano l’importanza.

Inoltre vogliamo esprimere il vivo apprezzamento per la difesa dei diritti costituzionali e il presidio antifascista del territorio esercitato quotidianamente dai militanti antifascisti dell’ANPI Sezione Dante Di Nanni e del Gabrio – Zona San Paolo Antirazzista. Perché come cantavano gli Stormy Six “tanti anni son passati da quel giorno che i fascisti ci son messi in cento ad ammazzarlo, e ancora non si sentono tranquilli perché sanno che gira per la città Dante Di Nanni!”
Non un passo indietro: noi dell’ANPI ci siamo.

Assemblea antifascista:
Giorno del ricordo, retorica e revisionismo delle foibe
Incontro con lo storico Eric Gobetti
Mercoledì 5 Febbraio 2020 h 18:30
Torino, corso Ferrucci 65/D

Ora e sempre Resistenza!
 

Il Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” Grugliasco
 

Per saperne di più:

  • ANPI nazionale. Il confine italo-sloveno. Analisi e riflessioni
  • Fascismo, guerra di sterminio, foibe: revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica. Appunti e riflessioni a cura dell’ANPI Grugliasco
  • I rapporti italo-sloveni fra il 1880 e il 1956 – relazione della Commissione mista italo-slovena. A cura dell’ANPI Gorizia
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