Documenti - testimonianze antifasciste

Intervento ANPI “68 Martiri” Grugliasco 25 Aprile 2019

Intervento ANPI del 25 Aprile 2019 a Grugliasco (TO) per il 74° anniversario Festa di Liberazione dal nazifascismo tenuto da Fabrizio Grandinetti, classe 1988, componente del Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” Grugliasco dal 2010Debbo chiederti un favore visto che stai per tornare in città. Come commissario politico vorrei svolgere un po’ di educazione tra questi giovani partigiani: penso a quando si tratterà di ricostruire il paese. Non sanno nulla di partiti, di sindacati, di democrazia. Corriamo il rischio che le cose tornino come prima. Il fascismo non è una tegola cadutaci per caso sulla testa. Se non ci facciamo una coscienza politica non sapremo governarci e un popolo che non sa governarsi cade sotto il dominio straniero o sotto dittatura.

Compagni e compagne, buon 25 Aprile! Quanto ho appena letto era Emanuele Artom, nei ricordi della partigiana Bianca Guidetti Serra. Quante cose da dire sulla nostra liberazione e quanto poco tempo per dirle. Un compositore austriaco disse “Tradizione è custodia del fuoco, non adorazione delle ceneri”. Occupiamoci allora di viva custodia e non di vuota adorazione.
La Resistenza non fu solamente il rifiuto di una generica occupazione straniera. Fu un movimento politico che contrastò il nazi-fascismo con l’idea di un’altra società. Una società fondata sulla libertà, una parola che parla a ogni nuova generazione ma che rischia di essere vuota retorica se non ancorata a un senso concreto. I nostri partigiani sapevano, e lo hanno scritto nella Costituzione affinché non lo dimenticassimo, che libertà vuol dire essere liberi dal bisogno. E’ forse libero un uomo che langue nella disoccupazione o con contratti precari? E’ libera una donna che deve attendere mesi e anni per una visita? E’ libero un anziano che è obbligato a lavorare nella speranza di avere una pensione? E’ libero un giovane che tutti i mesi deve racimolare un affitto da strozzino per avere un tetto sopra la testa? Viviamo in una società dove tutto è possibile, purché si abbia denaro per comprarselo. Detto in altri termini, l’accesso a parti della società deriva non dal Diritto ma dal denaro. Ed ecco che dove dovevano esserci diritti si edificano privilegi. Sta accadendo con la privatizzazione della scuola, con la privatizzazione della sanità, lo stanno portando avanti con la privatizzazione dell’acqua. Non a caso i costituenti scrissero la Costituzione del cittadino, non la Costituzione del consumatore, non la Costituzione dell’utente. Perché in quanto cittadini, cioé in quanto esseri umani, ci è riconosciuto un patrimonio per essere felici e realizzare noi stessi a prescindere dalle nostre condizioni materiali. Ecco perché l’articolo 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (…) è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano di fatto la libertà, l’uguaglianza e… il pieno sviluppo della persona umana“.
Ecco perché l’articolo 32 “La Repubblica tutela la salute (…) e garantisce cure gratuite“.
Ecco perché l’articolo 33 “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole (…) ma senza oneri per lo Stato“. Ecco perché l’articolo 36 “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione (…) in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa” Libera e dignitosa, compagni. Perché come canta un storico gruppo antifascista italiano “Se ti prendono per fame, prima o poi ti fanno ostaggio“. Dunque la libertà dal bisogno è la condizione per essere liberi nel pensiero, nella parola e nell’azione. Se noi antifascisti non ci occupiamo della liberazione dal bisogno facciamo solo vuota retorica e non contrastiamo per nulla l’avanzata di vecchi e nuovi fascismi. Non ci sarà possibile fermare l’avanzamento di una società autoritaria che sempre più si sta radicando, se le anteporremo principi non resi concreti. E guai a chi sottovaluta gli atti d’imperio quando è la propria parte a operarli: nessun governo deve mettere mano alla Costituzione, è semmai compito del Parlamento proporre modifice. Anche se si capisce, per gli articoli che ho citato prima, perché la Costituzione viene additata ciclicamente come parte del problema: mentono e sanno di mentire!
Come ha spiegato un professore di storia italiana all’Università popolare di Torino: “Autoritarismo significa sbilanciamento dell’equilibrio tra i poteri verso l’esecutivo, ovvero il contrario del parlamentarismo. Totalitarismo è l’abolizione dell’equilibrio tra i poteri”.“L’autoritarismo non è già la dittatura, ma spesso ne è l’anticamera.”. Ecco perché noi antifascisti ci impegniamo nel difendere la Costituzione e a spronare verso la sua applicazione. Ecco perché abbiamo difeso ancora nell’ultimo referendum costituzionale di pochi anni fa l’ossatura parlamentare della nostra Repubblica.
Come diceva il partigiano Artom “Se non ci facciamo una coscienza politica non sapremo governarci, e un popolo che non sa governarsi cade sotto sotto dittatura.” A queste parole voglio affiancare quelle di un altro resistente, Paulo Freire, pedagogista brasiliano: “Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo: ci si libera insieme”. Ecco l’augurio, allora: liberiamoci insieme, usiamo la solidarietà che è la più grande arma che noi poveri abbiamo per restituirci dignità e libertà. Voliamo alti col pensiero, ma usiamolo per costruire realtà: il mondo non lo cambieremo con le nostre opinioni, ma con il nostro esempio.
Divisi siamo niente, uniti siamo tutto!
Buon 25 aprile, buona resistenza!

Scarica il documento in formato PDF