Vogliamo ancora replicare alle voci insistenti che si levano contro la ricorrenza della Liberazione, sempre più rumorose all’avvicinarsi dell’evento.
La Repubblica Italiana e la sua Costituzione trovano il loro fondamento nella comune lotta degli Alleati e delle Resistenze europee, che combatterono insieme, pur nella molteplicità di visioni e orientamenti politici, in una guerra voluta dal nazifascismo; la vittoria del fronte antifascista viene ricordata nella festa del 25 Aprile.
Rivolgiamo una semplice domanda a chi nega il valore di questa giornata: intendete rendere onore alle istituzioni e alla Costituzione repubblicana nate dall’antifascismo, o preferite schierarvi dalla parte avversa?
Tralasciando chi si è sempre dichiarato per la parte avversa, dubitiamo che la risposta dei più sarebbe chiara e coraggiosa; piuttosto conterrebbe un “sì, ma…”, un “sì, però…”, un “ma cosa c’entra…”, un “...sono ben altri i problemi…”, un “…bisogna anche dire che…”; tutte espressioni che svelano l’ambiguità della propaganda “negazionista” sul 25 aprile. E crediamo non mancherebbe neppure chi, evitando accuratamente di pronunciarsi, ci accuserebbe di manicheismo e di voler riproporre nostalgiche contrapposizioni destra/sinistra ormai rese obsolete dal superamento delle ideologie.
Ricordiamo che l’art.54 della Costituzione stabilisce per tutti i cittadini il dovere di fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione, prevedendo il giuramento per coloro che ricoprono cariche e funzioni pubbliche.
Come A.N.P.I., il nostro compito è non solo rispettare, ma diffondere il più possibile i princìpi costituzionali nati dalla Resistenza, e con questo onorare concretamente coloro che a suo tempo si trovarono a dover scegliere fra la libertà e l’oppressione, fra la propria coscienza ed il quieto vivere, facendo la scelta giusta anche a costo della vita.
25 Aprile sempre.