Documenti - testimonianze antifasciste

I ribelli di Santa Libera

Nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1946, guidati da Armando Valpreda partigiano ed ex segretario dell’Anpi astigiano, i ribelli occuparono il paese di Santa Libera fra Cuneo e Asti, presto raggiunti da altri duecento partigiani, reduci ed ex deportati, fra cui il pluridecorato comandante garibaldino ‘Primo’, Giovanni Rocca.

I rivoltosi ci tennero a precisare che non avevano fini violenti, e comunicarono alla stampa le loro rivendicazioni: la costituzione di un corpo unico di polizia; la destituzione dei funzionari compromessi con il regime; l’assunzione al lavoro di reduci, sia partigiani che internati, senza limiti di percentuali; il mantenimento del blocco dei licenziamenti; l’abrogazione dell’amnistia.

Santa Libera stava rischiando realmente di spaccare l’unione delle forze del cosiddetto arco costituzionale.
A mediare con gli insorti andarono numerose personalità del mondo politico e culturale dell’epoca: Davide Lajolo redattore capo de ‘L’Unità’, Pietro Secchia vicesegretario del Pci, Cino Moscatelli leggendario comandante della Val Sesia, Enzo Giacchero esponente Dc di Asti. Parallelamente i ribelli stavano conquistando sempre più simpatie da parte della gente comune, e manifestazioni di solidarietà da parte di numerose sezioni Anpi.

Per saperne di più, leggi l’articolo di Gemma Bigi su anpi.it