CostituzioneStoria e Memoria

Mozione della Regione Friuli-Venezia Giulia contro ANPI

L’accusa: addirittura revisionismo e negazionismo per le foibe. La segreteria nazionale dell’associazione partigiana: “Mozione faziosa e irresponsabile. Basta con l’uso politico della storia!”.

Quello che da anni denunciamo anche a Grugliasco è un pericolo concreto: eccolo in forma di revisionismo politico-istituzionale, non solo per imporre come verità storica legale la versione dei nazifascisti, ma per censurare chi la contrasta, contestualizzando e attingendo ai documenti.

Il 26 marzo 2019 il Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia approva la mozione n. 50 che impegna la Giunta Regionale “a sospendere ogni contributo finanziario e di qualsiasi altra natura (es. patrocinio, concessione di sale) a beneficio di soggetti pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque mezzo o in qualunque modo a diffondere azioni volte a non accettare l’esistenza di vicende quali le Foibe o l’Esodo ovvero a sminuirne la portata e a negarne la valenza politica”.

Riteniamo vergognosa questa decisione del Consiglio Regionale friulano, perchè censura per meri motivi ideologici il lungo lavoro di ricerca storica svolto dall’Istituto regionale per la Storia della Resistenza, e alimenta un sentimento di rivincita e di odio nazionalistico verso i Paesi confinanti.

Qui i link all’articolo pubblicato il 1 aprile su “Patria indipendente“, e alla lettera aperta inviata dall’Istituto Parri al Presidente della Repubblica e al Presidente della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia.