Relazione del C.L.N. Comunale – 1955
Al Signor Sindaco del Comune di Grugliasco
I sottoscritti, membri del C.L.N. comunale, certi di interpretare il sentimento di tutti i cittadini, intendono richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei competenti organi amministrativi sui tragici fatti del 30 aprile 1945 affinché venga ufficialmente riconosciuta la importanza storica ed il valore morale che detti fatti assumono nel grande quadro della Resistenza Italiana.
I sottoscritti pregano pertanto il Sig. Sindaco e l’Amministrazione Comunale di voler promuovere nelle dovute forme un’azione tendente ad ottenere una decorazione al labaro del Comune.
È stata raccolta pertanto, a cura degli ex componenti il C.L.N., un’ampia documentazione che viene consegnata alle Autorità comunali affinché sia annessa alla pratica.
Non è il caso di rifare in questa sede la storia delle dolorose giornate: esse sono talmente presenti alla memoria di tutti che ogni rievocazione è superflua; per i non grugliaschesi basterà l’esame dei documenti raccolti.
Gioverà tuttavia sottolineare alcuni punti, dato il loro particolare interesse. Si fanno pertanto seguire alcune dichiarazioni avvertendo che ad esse viene dato valore di testimonianza diretta.
1° È indubbio che in tutto il territorio posto sotto la giurisdizione del CLN di Grugliasco non si verificò in quei giorni alcun episodio, anche di limitata importanza, che possa essere servito di pretesto alla strage. Gli accertamenti fatti a suo tempo, ed il vaglio delle notizie raccolte in seguito, permettono di escludere tassativamente una simile eventualità. Le voci in contrasto con quanto qui si afferma, sporadicamente circolanti, e con versioni sempre diverse, sono da considerarsi tendenziose. Le stesse fonti – talvolta facilmente individuabili in ambienti cosiddetti nostalgici – denunciano implicitamente tendenziosità e ne rivelano gli scopi.
Gioverà appena rilevare – a parte la palese malafede – quanto abbietto appaia il tentativo di giustificare la strage con dei supposti episodi di resistenza personale. Nemmeno una resistenza organizzata, nemmeno un vero e proprio episodio di guerra guerreggiata, possono giustificare un massacro di prigionieri e di inermi. Per simile pervertimento del senso morale ogni parola di esecrazione è insufficiente.
2° Risulta da concordi testimonianze che il contegno delle Vittime fu sempre dignitoso e fermo: sia nel breve periodo di cattività – durante il quale furono sottoposti ad inenarrabili sevizie -, sia davanti ai plotoni di esecuzione. A questo punto gioverà far notare che nessuno degli altri esponenti della Resistenza locale, non catturati, venne in seguito ricercato nella propria abitazione od in altro luogo dove presumibilmente avrebbe potuto trovarsi. Eppure essi erano ben conosciuti dai prigionieri, alcuni dei quali particolarmente a giorno della situazione locale. Che siano state fatte pressioni per ottenere rivelazioni, è cosa che si può senz’altro affermare, ben conoscendo la inesorabile prassi di simili operazioni. Di che genere siano state tali pressioni lo si può facilmente immaginare chiunque conosca, per esperienza diretta e per sentito dire, i metodi usati dai nazisti. È certo comunque che nessuno parlò. Ed erano sessantasei!
3° Il contegno della popolazione fu esemplare. Tutti, è vero, ebbero momenti di angoscia, di paura, di smarrimento, più o meno intensi secondo le particolari situazioni. Ciò è umano. L’importante è di non perdere il controllo dei propri nervi creando situazioni pericolose per sé e per gli altri. I grugliaschesi seppero controllarsi: non si ebebro manifestazioni di panico e né incomposte scene di terrore. Benché le strade fossero bloccate vi fu sempre uno scambio di notizie fra i diversi quartieri ad opera di volenterosi che approfittando di particolari condizioni planimetriche, si portavano da un casamento all’altro, scavalcando muriccioli e finestre, o per altri passaggi di fortuna, sempre evitando le strade. Sono inoltre da ricordare coloro che, a poche decine di metri dalle sentinelle tedesche, raccolsero e curarono i feriti per tutta una giornata e coloro che animosamente si organizzarono per raccogliere detti feriti e trasportarli verso sera all’ospedale. Ma dove maggiormente si rivelò il grande cuore dei grugliaschesi fu quando, non ancora cessato tutto il pericolo, esplose quella grande fiammata di carità e solidarietà. Chi può elencare, od anche semplicemente enumerare, tutti coloro che si prodigarono in mille guise, raccogliendo i corpi delle gloriose Vittime, lavandoli e componendoli; assistendo le famiglie orbate dei loro cari; prestandosi in mille modi per tutto ciò che in quei momenti poteva sembrare utile o pietoso! E così per vari giorni. Ed in prima fila le donne: giovani e vecchie, spose e ragazze.
Un segno tangibile dei sentimenti dei grugliaschesi è dato dall’ingente cifra raccolta in una spontanea sottoscrizione, come si può rilevare dalla documentazione annessa.
Gli ex componenti il C.L.N. riuniti ancora una volta per stilare la presente nota, raccomandano al Sig. Sindaco, alle autorità comunali ed a tutti i cittadini investiti di responsabilità politiche e sociali di cooperare attivamente per il buon esito della pratica, mentre danno voti che l’invocato riconoscimento non abbia a mancare.
Tale riconoscimento Grugliasco non chiede per sé, ma per i suoi Morti; affinhcè la memoria del loro Sacrificio non abbia a spegnersi, ma resti segnata per esempio a caratteri d’oro e di sangue nella storia del nostro popolo: sappiano i venturi quanto sia costata la riconquista della libertà perduta.
In fede
F.ti: Dassetto Rag. Giuseppe (Partito Liberale)
Mossa Dott. Giacomo (Partito d’Azione)
Manferdini Manfredo (Democrazia Cristiana)
Gurlino Alberto (Partito Socialista Italiano)
Cenni Camillo (Partito Comunista Italiano)