1 Maggio 1947, Portella della Ginestra: la prima strage di Stato
(Piana degli Albanesi, Palermo, Sicilia)
I manifestanti erano socialisti e comunisti, civili, famiglie povere di operai e soprattutto contadini della zona, cioè uomini, donne, anziani e bambini: si erano radunati pacificamente a Portella della Ginestra per festeggiare il Primo Maggio e assistere al comizio dei dirigenti locali del Partito Comunista, che coordinavano le lotte in corso dei contadini per la rivendicazione dei diritti sulle terre contro i mafiosi e i latifondisti.
La strage di Portella della Ginestra si svolse in un contesto post-bellico di avanzamento delle forze popolari che maggiormente avevano contribuito alla Resistenza partigiana contro il nazifascismo, anche in termini di consenso elettorale, proprio per lo sviluppo delle lotte democratiche di progresso e di rivendicazione dei diritti sociali espresse dalle organizzazioni dei lavoratori.
Come avvenne anche per le stragi successive negli anni ’50-’60-’70-’80, in risposta a quell’avanzata democratica, elementi eversivi e reazionari legati ai neofascisti rispondevano sul piano militare, reprimendo la partecipazione popolare nel sangue, riproponendo di fatto la pratica terroristica delle stragi di civili, già portata avanti al fianco dei nazisti tra il 1943 e il 1945.
Salvatore Giuliano era un “bandito” che durante la Seconda Guerra Mondiale aveva coadiuvato i servizi segreti degli Stati Uniti d’America, i quali vedevano nella Sicilia sia un’isola strategica sul piano militare e sia un terreno in cui sperimentare sul piano locale la contrapposizione tra blocchi (Ovest capitalista contro Est comunista) esistente sul piano internazionale, affermata con la Guerra Fredda che vedeva come avversari coloro che erano stati alleati fino a poco tempo prima nella guerra contro i nazifascisti.
Gli esecutori della strage rispondevano agli interessi congiunti di neofascisti, mafiosi, latifondisti, servizi segreti americani ed esponenti dello Stato non epurati del regime fascista, rimasti ai loro posti nella nuova Italia democratica.
Il bilancio finale fu di 14 morti, numerosi feriti di cui diversi gravi che rimasero mutilati (3 persone colpite morirono successivamente per le ferite riportate)
Margherita Clesceri (47 anni, incinta)
Giorgio Cusenza (42 anni)
Giovanni Megna (18 anni)
Francesco Vicari (22 anni)
Vito Allotta (19 anni)
Serafino Lascari (14 anni)
Filippo Di Salvo (48 anni)
Giuseppe Di Maggio (12 anni)
Castrense Intravaia (29 anni)
Giovanni Grifò (12 anni)
Vincenzina La Fata (8 anni)
Vita Dorangricchia (23 anni, ferita e morta successivamente)
Vincenzo La Rocca (ferito e morto successivamente)
Emanuele Busellini (ucciso per strada)
Gli storici Giuseppe Casarrubea e Nicola Tranfaglia, insieme al ricercatore indipendente Mario J. Cereghino, nel 2005 hanno ricostruito la strage di Portella della Ginestra nel contesto degli intrecci di potere legati alla mancata epurazione dei fascisti dalle istituzioni dopo la Liberazione e agli equilibri internazionali dettati dalla Guerra Fredda, alla luce di una nutrita quantità di documenti desecretati dell’OSS (i servizi segreti statunitensi durante la Seconda Guerra Mondiale), che “provano l’esistenza di un patto scellerato in Sicilia tra la cosiddetta “banda Giuliano” ed elementi già nel fascismo di Salò (in primis, la Decima Mas di Junio Valerio Borghese e la rete eversiva del principe Pignatelli nel Meridione)”.
Oggi a Portella della Ginestra sorge un grande memoriale, eretto nel 1979-1980: immerso nel paesaggio della piana sassosa, è composto da enormi massi su cui sono incisi i nomi delle vittime, alcune poesie e alcune frasi, tra cui il famoso “sasso di Barbato”, sul quale il militante e deputato socialista Nicola Barbato (1856-1923) era solito tenere i suoi comizi per i lavoratori.
Per approfondire:
Film:
Segreti di Stato, film di Paolo Benvenuti, 2003
Libri:
Giuseppe Casarrubea, Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Bompiani, 2005.
Giuseppe Casarrubea, Fra’ Diavolo e il governo nero. «Doppio Stato» e stragi nella Sicilia del dopoguerra, Franco Angeli editore.
Giuseppe Casarrubea, Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato, Franco Angeli editore.
Angelo La Bella, Mecarolo Rosa, Portella della Ginestra. La strage che ha cambiato la storia d’Italia, 2003, Teti.
Girolamo Li Causi, Portella della ginestra. La ricerca della verità 2007, Ediesse.
Pietro Manali (a cura di), Portella della Ginestra 50 anni dopo (1947-1997), Comune di Piana degli Albanesi, S. Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma, 1999.
Francesco Renda, Portella della Ginestra e la guerra fredda. I cento anni della Cgil siciliana. Conversazioni con Antonio Riolo, 2008, Ediesse.
Carlo Ruta, Il binomio Giuliano-Scelba. Un mistero della Repubblica?. Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 1995.
Carlo Ruta, Giuliano e lo Stato. Documenti sul primo intrigo della Repubblica. Edi.bi.si., Messina, 2004.
Umberto Santino, La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l’emarginazione delle sinistre, 1997, Rubettino.