Storia dei 68 Martiri

Grugliasco medaglia d’argento al Valore Civile

La Medaglia d’Argento al Valor Civile concessa ai Comuni di Grugliasco e di Collegno colpiti insieme dalla strage del 29-30 Aprile 1945

Istanza alla Presidenza della Repubblica di concessione di Medaglia al Merito Civile alle città di Grugliasco e Collegno (provincia di Torino) per l’eccidio dei 68 Martiri tra il 29 e 30 Aprile 1945 da parte di una divisione tedesca.

Tra la sera del 29 Aprile ed il mattino successivo del 30 Aprile 1945 a Grugliasco, in provincia di Torino, 68 persone – Partigiani, civili (tra i quali il Segretario comunale e il custode del Municipio di Grugliasco) ed anche un sacerdote – furono crudelmente seviziate e passate per le armi dai soldati di una colonna tedesca in ritirata proveniente dalla Liguria, che nel suo tragitto aveva già seminato terrore e morte. Dei Caduti, 20 erano residenti di Grugliasco, 32 erano residenti del confinante comune di Collegno, i restanti 15 erano Partigiani provenienti da altri comuni.

La colonna tedesca responsabile dell’eccidio era la 34° Infanterie Panzer Division comandata dal Generale Schlemmer (*), operante principalmente in Liguria e utilizzata in particolare nella lotta antipartigiana.
Questa divisione, composta da 12.000 uomini, era reduce dal fronte russo (Ucraina), dalla Romania e dalla Slesia dove aveva subito ingenti perdite. I suoi soldati si trovavano in pessime condizioni psicofisiche. Proveniente, quindi, dalla Liguria, doveva collegarsi alla V* Divisione Alpenjager “Gambus” nella zona tra Stupinigi e Rivoli. I primi contatti avvennero puntualmente il 28 Aprile presso il Castello di Stupinigi, dove si erano attestati circa 35.000 uomini e 60 carri armati “Tigre”: l’intento era quello di evitare l’attraversamento di Torino, già invasa dai Partigiani scesi dalle montagne per liberarla, per dirigersi così verso Ivrea e poi ancora verso Est, sino a raggiungere Milano e proseguire verso il Passo del Brennero. Al loro passare lasciavano, dietro di sé, una scia di sangue e distruzione, costellata di furti e atti di vandalismo a danno delle popolazioni civili.

Durante la ritirata e solo attraversando il Piemonte, la colonna fece almeno 300 vittime, 128 delle quali risulta fossero civili, 113 Partigiani, 63 Sappisti. Si tratta di elementi del tutto indicativi sia per quanto concerne il numero, probabilmente in difetto, sia per la diversità delle circostanze che condussero alle stragi, sia rispetto ai ruoli interpretati dai vari protagonisti: tedeschi, fascisti, Partigiani, popolazione civile.

In quegli ultimi giorni del 1945 le comunità di Collegno e Grugliasco furono colpite dalla ferocia nazista, divenendo teatro di una carneficina vissuta dalla colazione come qualcosa di inaudito. Tra i 20 Caduti grugliaschesi c’erano ragazzi (ben 8 avevano meno di vent’anni), poco più che bambini come Agostino D’Amico (Marietta Aleina) di 14 anni (caduto civile, ucciso alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Danilo Zoppelli di 15 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo) e Carlo Giovanni Girardi di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino); c’erano figure istituzionali, tutt’altro che uomini d’azione o politicizzati, come il Segretario comunale Francesco Vaglienti di 53 anni (caduto civile, ucciso alle ore 10.00 circa del 30 Aprile in via Panealbo, all’altezza del n° civico 19) ed il custode del Municipio Stefano Scoffone di 46 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo), che vennero ammazzati per essersi rifiutati di riconoscere gli ostaggi rastrellati nella notte. Ad essi si aggiungono Tiziano Lanza di 41 anni ( caduto Partigiano, ucciso intorno alle 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo), un animatore della vita associativa di Grugliasco, presidente della “Casa del Popolo” e tra gli organizzatori dei festeggiamenti di quei giorni, dopo la Liberazione; Bonfiglio Celestino Marengo di 29 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo), Francesco Cravero di 29 anni e Lorenzo Bongiovanni di 19 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino), membri dell’Azione Cattolica e Partigiani a guardia del Convento dei Maristi, sede del Comando tedesco prima della sua evacuazione; Secondo Bechis di 45 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Giuseppe Cena di 24 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Giovanni Battista Longo di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Andrea Longo di 21 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Mario Vincenzo Neirotti di 30 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino); Domenico Quenda di 27 anni (caduto Partigiano, ucciso in via Torino nei pressi del civico n° 8 la sera del 29 Aprile); Aldo Rossi di 20 anni (caduto Partigiano, ucciso in via Torino nei pressi della torre civica la sera del 29 Aprile); Odoardo Santorelli di 19 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Matteo Stuardo di 30 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano); Giovanni Tobanelli di 19 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo); Luigi Ughetto di 19 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino).

Dei 32 morti collegnesi, la metà non aveva ancora vent’anni, come Carlo Zani di 15 anni (caduto civile, ucciso tra le ore 7.30 e le 8 del 30 Aprile in via Crispi a Collegno); Sergio Allegri di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Aldo Bargiacchi di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso tra le 7 e le 8 del 30 Aprile nella casa ex GIL in via Italo Balbo 18 a Collegno); Gino Garzaro di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Sergio Maritano di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Guerrino Tampellini di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Nello Tarenzi di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Rino Bassi di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Angelo Bertino di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Umberto Boscarato di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Augusto Corti di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Rolando Natali di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Francesco Pozzato di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Renato Sigot di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Bruno Tonello di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Ferruccio Villani di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Lorenzo Depaoli di 19 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco). A questi si aggiungono Maria Cordero di 20 anni (caduto civile, uccisa tra le ore 6 e le 8.45 nella sua abitazione in via Venezia 21 a Collegno); Vainer Furini di 20 anni (caduto Partigiano, ucciso il 30 Aprile alle ore 9.30 in regione Regina Margherita in Collegno); Bruno Marizza di 20 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Ennio Villani di 20 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Giulio Careglio di 21 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Severino Doppi di 21 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Pietro Paolo Losa di 21 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Carlo Depaoli di 38 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Francesco Currà di 51 anni /caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 21 del 30 Aprile nella propria abitazione in corso Italia angolo corso Regina Giovanna 2 a Collegno); Angiolina Follo di 47 anni (caduto civile, uccisa tra le ore 6 e le 6.30 del 30 Aprile nella propria abitazione in via Venezia 21 a Collegno); Severino Follo di 44 anni (caduto Partigiano, ucciso tra le ore 6 e le 8.15 del 30 Aprile per strada in via Venezia 21 a Collegno); Domenico Gallino di 30 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 8 del 30 Aprile in corso Italia 243 a Collegno); Italo Pereno di 24 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Vittorio Sassi di 44 anni (caduto Partigiano, ucciso tra le ore 6 e le 7.45 del 30 Aprile nella propria abitazione presso la casa ex GIL in via Italo Balbo 18 a Collegno); Enore Tampellini di 22 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco).

Le rimanenti 15 vittime provenivano da altri comuni: Mario Berta, residente ad Avigliana (Torino), di 28 anni (caduto Partigiano, ucciso in Grugliasco la sera del 29 Aprile); Luciano Borri, residente in Torino, di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Don Mario Caustico, sacerdote, residente in Torino, di 32 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Giacomo a Grugliasco); Antonio Coletti, residente in Rivoli (Torino), di 37 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10 circa del 30 Aprile in via Panealbo a Grugliasco, all’altezza del civico 19); Attilio De Cecco, residente in Ragogna, di 24 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Bruno Filippi residente in Alice Superiore, di 22 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 9.30 del 30 Aprile in via San Massimo 1 a Collegno); Raffaele Guerra, residente a Castelnuovo (Napoli), di 21 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Alfredo Pollino, residente in Castellamonte (Torino), di 27 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 6.45 del 30 Aprile in zona Regina Margherita a Collegno); Felice Roggero, residente in Rivoli (Torino), di 19 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Giovanni Battista Ronchietto, residente in Chiesanuova (Torino), di 36 anni (caduto civile, ucciso intorno alle ore 16 circa in via Principe Amedeo 7, davanti all’Ospizio del Cottolengo a Grugliasco); Federico Scalenghe, residente in Rivoli (Torino), di 35 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in regione San Firmino a Grugliasco); Ermanno Scali, residente a Torino, di 17 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Annibale Sibona, residente in Druento (Torino) di 21 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Paolo Michele Tortone, residente in Torino, di 25 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco); Tommaso Tortone, residente in Torino, di 18 anni (caduto Partigiano, ucciso intorno alle ore 10.30 del 30 Aprile in via Olevano a Grugliasco).

Stando alle testimonianze nella relazione allegata, i primi due morti si ebbero la sera stessa del 29 Aprile a Grugliasco in via Torino (l’attuale via Lupo), subito dopo l’ingresso dei tedeschi nel paese: si trattava di Domenico Quenda e Aldo Rossi. Fu questo il primo atto della rappresaglia che sarebbe costata, il giorno successivo, la vita ad altre 65 persone, 11 delle quali vennero uccise a Collegno e le altre a Grugliasco, dove nella notte erano stati trasferiti anche gli ostaggi catturati a Collegno. Il tredicenne torinese Romano Dellera, prelevato come ostaggio a Collegno, fu ammazzato il giorno dopo nei pressi del cimitero di Rivoli, facendo salire il numero complessivo delle vittime di quel massacro a 68.

Sia Grugliasco che Collegno hanno sempre considerato concordemente i caduti di quell’eccidio come i propri Martiri, al di là del fatto che maggiore fu il numero di caduti nel territorio grugliaschese o più numerose furono le vittime collegnesi.

Ecco perché i Sindaci di Collegno e di Grugliasco, con i Presidenti dei rispettivi Consigli Comunali, a nome della Giunta e dell’Assembla che rappresentano, unitamente al Presidente del Consiglio Provinciale di Torino, sentite le rappresentanze locali dell’Associazione delle Famiglie dei Martiri e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, interpretando la volontà della cittadinanza tutta,

CHIEDONO

Il riconoscimento civile dello Stato per il tributo di sangue innocente pagato nella Liberazione del Paese dal Nazifascismo e per l’offesa inferta dall’odio dei perdenti a questa comunità.

Grugliasco, lì 10 Gennaio 2006

Il Presidente del Consiglio della Provincia di Torino
Sergio Vallero
Il Sindaco della Città di Collegno
Silvana Accostato

Il Sindaco della Città di Grugliasco
Marcello Mazzù

Il Presidente del Consiglio Comunale di Collegno
Silvia Martina

Il Presidente del Consiglio Comunale di Grugliasco
Giuseppe Rizzo

*  dal maggio 1944 al maggio 1945 il comandante del reparto era il Generale Theo-Helmut Lieb, cui è succeduto il Colonnello Ferdinand Hippel.

 

 

Dalla motivazione della concessione della Medaglia d’Oro al Valor Partigiano

“… festante correva per le contrade l’entusiasmo per la riconquistata libertà, quando improvviso tornò il lutto con l’assassinio di sessantasei innocenti, che, pur tra le infinite torture, non piegarono, con il loro tenace silenzio fino al supremo olocausto testimoniando per il Paese, che Essi vollero libero e democratico…”.

Settembre 1943 – Aprile 1945

 

 

Modulario interno 260 – N° V/11971 – Mod. 16
IL MINISTRO DELL’INTERNO

Veduto il Decreto del Presidente della Repubblica 13 Aprile 2006 con cui fu conferita al Comune di Grugliasco (TO) la Medaglia d’Argento al Merito Civile con la seguente motivazione:

“Piccolo Comune rurale ci circa cinquemilaquattrocento abitanti, generosamente impegnato nella lotta partigiana, subiva un efferato eccidio da parte delle truppe naziste che trucidarono brutalmente venti eroici cittadini, tra cui giovani non ancora ventenni. Luminoso esempio di spirito di sacrificio e di profonda fede in un’Italia libera e democratica”.

29-30 Aprile 1945/Grugliasco (TO)

Rilascia il presente brevetto a documento della ottenuta onorifica ricompensa della quale sarà dato annunzio nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Roma addì 19 Aprile 2006
Il Ministro Giuseppe Pisanu