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9 giugno 1937: i fratelli Carlo e Nello Rosselli assassinati dai fascisti

9 giugno 1937: i fratelli Carlo e Nello Rosselli assassinati dai fascisti

Chi sono Carlo e Nello Rosselli

 

Nel tardo pomeriggio del 9 giugno 1937, Carlo Rosselli, una delle figure più importanti dell’antifascismo italiano e fondatore del movimento Giustizia e Libertà, si trova nella località francese di Bagnoles-de-l’Orne, in Normandia.

Da un paio di giorni lo ha raggiunto il fratello Nello, promettente storico del Risorgimento.
Mentre rientrano in albergo, dopo una visita in macchina ad Alençon, cadono vittime di un’imboscata. Costretti a fermarsi in una strada di campagna, vengono assaliti e barbaramente trucidati da alcuni sicari della Cagoule, un’organizzazione filofascista francese.

Negli ambienti dell’antifascismo non ci sono dubbi: l’assassinio dei fratelli Rosselli porta la firma segno dalla dittatura mussoliniana. Le formazioni politiche in esilio reagiscono con sdegno e frustrazione; unite in una sola voce, denunciano “in modo categorico e unanime che è all’organizzazione terroristica Ovra, agli ordini diretti del capo del governo italiano, che risalgono l’iniziativa e l’esecuzione dell’abominevole attentato“.

Carlo e Nello Rosselli avevano 37 e 36 anni quando furono assassinati dai fascisti francesi su preciso mandato di Mussolini. Avevano origini ebraiche e sia per parte di madre (attraverso la quale erano anche cugini dello scrittore Alberto Moravia) che per parte di padre avevano famiglie da sempre attive politicamente e vicine agli ideali repubblicani risorgimentali.

Sia Carlo che Nello (il cui vero nome era Sabatino Enrico) nacquero a Roma, ma vissero la loro giovinezza a Firenze. Entrambi erano storici e scrivevano sui giornali.
Carlo Rosselli insegnò all’Università Bocconi di Milano e all’Università di Genova, fino a quando non fu costretto a dimettersi per via delle sue idee politiche. Insieme ad altri antifascisti, tra cui il futuro partigiano e presidente della Repubblica Sandro Pertini, organizzò la fuga all’estero di Filippo Turati, uno dei più importanti politici socialisti italiani.

Nel 1927 fu condannato a più di tre anni di confino sull’isola di Lipari: nel 1929 fuggì e raggiunse la Francia.

Negli anni successivi Carlo Rosselli visse a Parigi, dove fu tra i fondatori del movimento antifascista Giustizia e Libertà (GL), di orientamento liberal-socialista. Da Giustizia e Libertà, durante la Seconda Guerra Mondiale (1942) nacque il Partito d’Azione, uno dei più importanti partiti antifascisti italiani durante la Resistenza e negli anni subito successivi alla fine della guerra.

Nel 1936 Carlo Rosselli andò in Spagna per combattere insieme ai repubblicani nella Guerra civile; rimase ferito e per questo tornò in Francia.

Anche Nello Rosselli fu condannato al confino per un certo periodo, ma a Ustica: una prima volta, nel 1927, fu condannato a cinque anni ma poi rilasciato; fu condannato nuovamente nel 1929, sempre a cinque anni.

Gli uomini che uccisero i fratelli Rosselli li attaccarono mentre si trovavano in automobile: li fecero scendere dal veicolo e gli spararono. Nello fu il primo a essere colpito ma non morì subito, a differenza di Carlo, e per questo fu ucciso con un’arma da taglio. I loro corpi furono ritrovati due giorni dopo, l’11 giugno.

Furono sepolti nel cimitero monumentale di Parigi Père Lachaise, ma nel 1951 le loro tombe furono spostate nel cimitero di Trespiano, a Firenze, in cui sono sepolti anche lo storico Gaetano Salvemini (maestro e amico dei Rosselli) e Piero Calamandrei, uno dei fondatori del Partito d’Azione.
Sulla lapide si vede il simbolo di Giustizia e Libertà, la “spada di fiamma”, e si legge un epitaffio scritto da Piero Calamandrei:
«GIUSTIZIA E LIBERTÀ PER QUESTO MORIRONO PER QUESTO VIVONO».

 
 

L’agguato fascista e l’omicidio del 9 giugno 1937
 
Mimmo Franzinelli, Il Delitto Rosselli, 9 giugno 1937, Anatomia di un omicidio politico, Milano, Mondadori, 2007, pp. 102-103.
Nello Rosselli scende a terra e s’incammina verso la Peugeot, ma all’improvviso l’uomo chino sul motore – Filliol – si raddrizza e gli spara. L’italiano è ferito e barcolla; Jakubiez lo assale alle spalle con il pugnale mentre Filliol si accosta alla Ford e con due revolverate fredda Carlo, ancora al posto di guida. Nello resiste con la forza della disperazione e Filliol ritorna su di lui: la vittima è attaccata di fronte e di lato. Jakubiez rimane ferito alla mano destra, probabilmente colpito da Filliol, nella furia dell’agguato. Il corpo agonizzante del professore fiorentino, trafitto da 17 pugnalate, rotola nel fossato. Anche Carlo viene accoltellato, al collo e al volto. A questo punto la vettura di Fauran inverte la marcia e torna a Parigi.
Compiuto l’assassinio, si esegue la seconda parte del piano. Filliol rivolta le tasche di Carlo Rosselli e ne preleva documenti e portafoglio, poi ispeziona la vettura e trafuga i carteggi del capo di Gl. Nessun interesse, invece, per il denaro di Nello, un migliaio di franchi in contanti, 220 lire e un assegno di ventimila franchi. Baillet e Jakubiez trasportano i cadaveri nel bosco a pochi metri dalla strada e li ricoprono di frasche.
Jakubiez sale sulla Ford, al posto guida, proprio mentre sopraggiunge una giovane ciclista, Hélene Besneux, parrucchiera a Bagnoles. La ragazza vede una pozza di sangue e guarda attonita la scena. Spaventata dagli sguardi ostili, l’inconsapevole testimone fugge, giusto in tempo per non essere a sua volta trucidata…

 
 

Perché siamo Antifascisti
Vogliamo ricordare i fratelli Carlo e Nello Rosselli per il grande contributo alla lotta antifascista italiana e internazionalista, sia in termini di idee e sia in termini di militanza, a cui noi dell’A.N.P.I. ci sentiamo molto legati e affezionati.
Riproponiamo l’articolo che Carlo Rosselli pubblicò su “Giustizia e Libertà” il 18 maggio 1934 in cui ritroviamo la lucidità, la lungimiranza e la passione di una generazione che ha lottato per il proprio presente e per il futuro di noi tutti.
 

Perché siamo Antifascisti
di Carlo Rosselli (da “Giustizia e Libertà”, 18 maggio 1934)
Siamo antifascisti non tanto e non solo perché siamo contro quel complesso di fenomeni che chiamiamo fascismo; ma perché siamo per qualche cosa che il fascismo nega ed offende, e violentemente impedisce di conseguire.
 

Siamo antifascisti perché in questa epoca di feroce oppressione di classe e di oscuramento dei valori umani, ci ostiniamo a volere una società libera e giusta, una società umana che distrugga le divisioni di classe e di razza e metta la ricchezza, accentrata nelle mani di pochi, al servizio di tutti.

Siamo antifascisti perché nell’uomo riconosciamo il valore supremo, la ragione e la misura di tutte le cose, e non tolleriamo che lo si umilii a strumento di Stati, di Chiese, di Sette, fosse pure allo scopo di farlo un giorno più ricco e felice.

Siamo antifascisti perché la nostra patria non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi.

Il nostro antifascismo implica, perciò, una fede positiva, la contrapposizione di un mondo nuovo al mondo che ha generato il fascismo.

Questa nostra fede, questo nostro mondo, si chiamano libertà, socialismo, repubblica; dignità e autonomia della persona e di tutti i gruppi umani spontaneamente formati; emancipazione del lavoro e del pensiero dalla servitù capitalistica; nuovo Umanesimo.

Forma moderna della reazione capitalistica, anzi ormai forma tipica di governo verso cui tende in tutti i paesi la classe dominante non appena senta minacciati i suoi privilegi, il fascismo esprime ad un tempo la feroce volontà di difesa della grande borghesia e la irrimediabile decadenza della civiltà che porta il suo nome.

Antifascismo è perciò sinonimo di anticapitalismo, di un anticapitalismo concreto e storico che si giustifica non tanto col richiamo ad un astratto schema teorico quanto con le sofferenze materiali e morali delle grandi masse lavoratrici, il cui destino è il nostro destino, e con la constatata incapacità di una classe dirigente che non riesce neppure a sfamare i suoi servi”.

 
Per saperne di più:
https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/servizi/carlo-nello-giustizia-liberta/
https://www.patriaindipendente.it/idee/lemail/fratelli-rosselli-un-anniversario-tono/
https://www.patriaindipendente.it/il-quotidiano/fratelli-ditalia-2/